lunedì 18 aprile 2011

Immagini si, immagini no.


Sempre in tema di immagini fotografiche, è di questi giorni una notizia curiosa che arriva dagli USA. L'ente postale americano ha commissionato un francobollo, il cui soggetto doveva rappresentare la Statua della Libertà. La modalità scelta è stata quella fotografica, che potete vedere qui di fianco. Il risultato sembra buono, utilizzando un taglio fotografico originale e di sicuro impatto visivo. Dico 'sembra' per un semplice motivo: quella fotografata non è la statua originale che fa bella mostra di sé all'entrata di New York, bensì una sua copia (tra l'altro più grande dell'originale!) che invece attira turisti e giocatori d'azzardo in qualche casinò di Las Vegas. Evidentemente, qualcuno ha cercato l'immagine della statua in un motore di ricerca (o in qualche 'image bank') e non si è guardato dal verificare che il risultato fosse un'immagine originale piuttosto che una sua copia.

In questo caso il lieto fine lo possono raccontare solo i collezionisti, che hanno già fatto sparire la serie in questione. Le poste, invece, si sono scusate per l'inconveniente e stanno ristampando il francobollo con un'immagine corretta.

martedì 13 luglio 2010

Meta' della spesa = doppio della visibilita' ?

Il difficile momento economico generale sembra perdurare, nonostante voci che parlano di una ripresa che dovrebbe essere gia' in corso. A voler essere ottimisti, possiamo augurarci che la situazione migliori dal mese di settembre, visto che ad agosto si fermava qualsiasi attivita' anche nei cosiddetti 'periodi buoni'.

Provo a buttare li' una provocazione, allora: mi ricordo che una delle lezioni di marketing era incentrata proprio sui 'periodi di crisi'. E' proprio in questi momenti, ci insegnavano, che occorre puntare piu' soldi in comunicazione. Oltre a ottenere migliori condizioni sui mezzi (vendono meno spazi, per cui c'e' piu' offerta...) si ottiene anche una maggiore visibilita', data dal fatto che molti dei concorrenti non possono permettersi di fare altrettanto.

L'equazione dovrebbe suonare cosi': meta' della spesa = doppio della visibilita'.

Due cosiderazioni. La prima: se tutti ragionassero cosi', la situazione iniziale - alti costi e poca visibilita' - si ristabilirebbe in fretta. La seconda: se il budget non c'e', non c'e'. Si tratta quindi di teoria, oppure c'e' dell'altro?

Come al solito, forse la risposta sta nel mezzo: gli investimenti pubblicitari hanno risentito eccome di una contrazione ma, allo stesso tempo, coloro che hanno investito lo hanno fatto spostando i budget su mezzi diversi: siti di vendita, campagne e-mail, social network, viral marketing... Insomma, il web la fa piu' o meno da padrona, essendo l'unico mezzo in crescita laddove tutti quelli 'classici' hanno perso in percentuale almeno due cifre.

Si torna quindi a 'sgomitare', come al solito, per una maggiore visibilita'. Con il vantaggio pero' che, almeno sul web, il potenziale bacino di utenza, e' quasi illimitato.

venerdì 14 maggio 2010

Undicimilioniduecentoventiquattromilaottantasette.

11.224.087

Stavo cercando oggi un'immagine per la brochure di un cliente. Ho aperto il sito di una delle 'Banche Immagini' da cui ci serviamo solitamente, quando sono stato colpito da questo numero: undicimilioni e via discorrendo. Si tratta del numero di immagini disponibili nel loro archivio.

E si tratta solo di una delle tante 'Image Bank' sparse per il mondo. Ammettendo che le agenzie 'professionali' si possano contare sulle dita di una mano (ma secondo me potrebbero essere anche di due mani) e che ognuna di esse abbia a disposizione lo stesso numero di immagini, saremmo oltre i cinquantacinque milioni (o centodieci milioni) di fotografie. Senza contare che molte strutture offrono anche materiale illustrato, clip art, filmati, musica ed effetti sonori.

Per uno che la vede da fuori, questa situazione potrebbe suonare come l'Eldorado del pubblicitario.

Ebbene. Se scartiamo tutte le immagini di scarsa qualita' (e sono tante), tutte quelle che raffigurano soggetti che non vanno bene per un determinato mercato (difficilmente posso ambientare una famiglia di colore nella mia comunicazione in Italia, anche se farebbe tanto 'politically correct'), tutti i multipli (lo stesso soggetto ripreso da piu' angolazioni), tutte quelle di reportage (troppo realistiche), tutte quelle di paesaggio (troppo generiche), tutte quelle che non piacciono al cliente (o a sua moglie), tutte quelle con dominanti di colore viola (che porta male)... ebbene, ci accorgeremo che la situazione non e' cosi' idilliaca come potrebbe sembrare.

Da un lato, questa mole di materiale iconografico pressoche' illimitata richiede uno sforzo immane da parte dell'agenzia per cercare e vagliare quello che potrebbe andare bene per un determinato progetto. Ore e ore di ricerca, senza contare che, delle immagini selezionate, occorre poi richiedere eventuali limitazioni, diritti esclusivi e, ovviamente, il costo. Per trovarsi nella delicata situazione di dover far quadrare parecchie ore del lavoro di una persona a fronte di un'immagine che magari costa pochi euro.

D'altro canto, il cliente finale, spesso per non rischiare - o piu' spesso per risparmiare - fa cadere la scelta su materiale pressoche' generico o libero da diritti. O ancora, nel caso di multinazionali, vengono acquistati stock di immagini che l'azienda stessa distribuisce - ed obbliga ad utilizzare - in tutte le filiali sparse per il mondo. Con il risultato che la comunicazione nel settore finanziario e' fatta dagli stessi improbabili manager sorridenti in doppiopetto blu, nel settore sanitario e' fatta dagli stessi improbabili chirurghi sorridenti in camice azzurro, nel settore industriale e' fatta dagli stessi improbabili operai in tuta blu, nel settore consumer dalle stesse improbabili famiglie sorridenti nel tempo libero...

Nonostante cioe' l'incredibile offerta di materiale iconografico disponibile sul mercato, negli ultimi tempi si e' dovuto assistere ad una omologazione e ad un appiattimento della comunicazione verso forme e stereotipi che in molti casi e' una cortesia definire banali.

Un po' di coraggio per staccarsi da questa massa informe, ogni tanto non guasterebbe.
O quantomeno, un po' di sana creativita'.

venerdì 26 marzo 2010

Sempre con riferimento all'universo di internet, volevo semplicemente segnalare un filmato molto carino sulla storia del 'world wide web'. Il filmato traccia l'origine, l'evoluzione e gli sviluppi della 'rete globale', dagli albori fino ai nostri giorni.

Oltre l'interesse di tipo storico, quello che vorrei segnalare e' il trattamento grafico delle informazioni veicolate. Con pochi simboli, disegnati al tratto nero, e semplici animazioni bidimensionali, gli autori hanno rappresentato quarant'anni di una storia che, nel bene o nel male, ha modificato il nostro approccio all'informazione, alla condivisione e alla conoscenza. Molto ben fatto.

http://www.youtube.com/watch?v=9hIQjrMHTv4

mercoledì 24 marzo 2010

Un'opera d'arte nella mail


Non e' una lettera dell'alfabeto (neanche di quello inglese). Sulla tastiera del computer non ha un tasto tutto per se', ma di solito condivide lo spazio con qualche altro simbolo (anche se ormai la sua importanza potrebbe giustificare l'attribuzione di un pulsante tutto suo). Molti la chiamano ancora 'chiocciolina' (anche se la velocita' con cui viaggiano le informazioni su internet poco si addice al simpatico animaletto).

Avrete capito che sto parlando della ormai utilizzatissima - forse abusatissima - @, ovverosia 'at' in inglese.

Gia', in inglese... ma, come molti altri termini comunemente utilizzati in pubblicita' (plus, junior, media... mi raccomando la pronuncia!) l'origine del simbolo sembra tutta latina, significando l'unione delle lettere 'a' e 'd', a formare 'ad' (da cui 'at' anglosassone), in latino appunto la preposizione per il 'moto a luogo'. Secondo altri, il simbolo deriva dai mercanti veneziani che la utilizzavano per simboleggiare le anfore. Fatto sta' che dal 1971 (chissa' se l'anno prossimo qualcuno ne festeggera' i 40 anni...) compare come simbolo separatore su ogni indirizzo e-mail.

Ormai entrata a tutti gli effetti nel vocabolario digitale - e visivo - globale, e' di questi giorni la notizia che il Moma di New York ha acquistato la @ (per ora non e' dato sapere sotto che forma) come 'oggetto' selezionato per la propria collezione. Vado a memoria, ma si dovrebbe trattare del primo simbolo tipografico ad assurgere alla gloria di una vera e propria opera d'arte!

Pensateci, prima di inviare la prossima mail: state utilizzando un'opera d'arte.

mercoledì 24 febbraio 2010

Green Life

Alla Triennale di Milano è attualmente in corso la mostra 'Green Life, ottimamente allestita. I progetti esposti sono doviziosamente illustrati sia sotto un punto di vista strettamente visivo, con ampi pannelli fotografici, sia da quello progettuale, con disegni tecnici, grafici e campioni di materiali. Insomma, una sintesi veramente equilibrata di quello che dovrebbe costituire una buona comunicazione, chiara, esaustiva, completa.

Due considerazioni. La prima: l'importanza del progetto. Le realizzazioni esposte sono il frutto di visioni architettoniche non fini a se stesse. Sono la risposta, creativa e organica, a precise esigenze paesaggistiche, funzionali, economiche e, soprattutto, ecologiche (da qui il nome della mostra). Seconda considerazione: l'ecosostenibilità ambientale, per l'appunto. Sempre più spesso il progetto architettonico viene subordinato a fattori di massima efficienza energetica, di riciclo dei materiali, di minimo impatto ambientale.

Anche il progetto grafico potrebbe - anzi, dovrebbe - essere maturo per rispondere al richiamo della 'sostenibilità ambientale'. Invece, ogni giorno mi scontro con una realtà diversa: volantini lasciati attaccati ai tergicristalli e alle portiere delle automobili, cartellonistica esterna selvaggia, i cui spazi vengono venduti a caro prezzo da Comuni evidentemente poco attenti al decoro del proprio territorio, confezioni sproporzionate al valore e alle dimensioni del loro contenuto, uffici pubblici nei quali regna una segnaletica incomprensibile e caotica.

Il progetto grafico ha un'importanza e un impatto sociale - e ambientale - che dovrebbero essere valutati con maggiore attenzione e responsabilità.

domenica 4 febbraio 2001

Benvenuti!

Inauguro questo Blog dando il benvenuto a tutti coloro che vorranno seguirlo ed eventualmente fare i loro commenti. Tratteremo di grafica, pubblicita' e, piu' in generale, di comunicazione. Non solo aziendale o di prodotto, che poi è quello che facciamo tutti i giorni. Ci piacerebbe infatti dare un 'taglio di piu' ampio', magari sconfinando anche in campi affini e paralleli, come la fotografia, l'illustrazione, l'arte. In fondo, la grafica e la comunicazione visiva ci circondano e, in un certo modo, permeano la nostra percezione dell'ambiente circostante.

Ma ne riparleremo presto. Spero che i miei - e i vostri - interventi si possano intensificare nel corso dei prossimi mesi.

Un cordiale saluto.